quinta-feira, 2 de abril de 2020

Una scheda OTTIMA di Luiza Dias da Silva, studentessa della UFRJ, Rio de Janeiro (Introduzione al Trecento)




Disciplina: Literatura Italiana I / Professor: Andrea Lombardi

Aluna: Luíza Dias da Silva/ DRE:118147702
Questa Introduzione è stata scritta da Luiza Dias,  studentessa di letteratura I del corso di ingua e letteratura italiana della UFRJ/ Rio de Janeiro (quarto semestre), sulla base di un´unica lezione presenziale e il materiale che ha usato, di lezioni registrate su video. 


Introduzione alla letteratura italiana
La letteratura non esiste come storia, siamo noi che facciamo la storia. Per cui la storia della letteratura in realtà viene pensata dopo e riorganizza tutto il sistema della produzione scritta. Ma perché studiare letteratura? A che cosa serve la letteratura?
La letteratura, in realtà, non ha un´applicazione pratica. A volte leggiamo cose che ci sembrano noiose, ripetitive, monotone e così noi non veniamo interessati alla lettura. Però la letteratura allo stesso tempo può essere considerata uno specchio che ci permette di guardarci dentro e vedere qualcosa di noi stessi che prima non sapevamo. Quando abbiamo interesse per  qualcosa possiamo proiettare questa passione sul testo. Ogni testo ci rimanda a un tema e anche ad una forma di pensare il mondo. Il testo ci consente di dire la stesa cosa in diverse maniere (questa è la tesi di Umberto Eco) e con queste maniere possiamo risvegliare l’interesse in persone diverse.
Nel proemio del suo Decameron, Boccaccio aferma che esiste una "cura tramite le parole". Questa cura non si riferisce a una cura delle malattie fisiche! Come un specchio, la letteratura ci fa riflettere e conoscere meglio le cose che ci sono dentro di noi. Naturalmente questo non ocorre tutte le volte:  nei momenti in cui non ci sentiamo interessati per quello che stiamo leggendo (abbiamo sonno, siamo troppo stanchi, abbiamo tante cose per la testa): leggere non rifletterà nulla. Una specie di superficie piatta. Invece nei momenti in cui lsiamo molto interessati, ogni parola   trasmette  delle cose: sensazioni, percezioni, insights.
In realtà, siamo fatti di letteratura, ognuno ha - per fare un esempio - un nome che lo lega a una tradizione, una narrativa, una storia. Allo stesso modo, la letteratura occidentale è frutto di due vertenti, due differenti origini. Una è quella legata alla tradizione classica (grecolatina). Da li viene il nostro interesse e la nostra conoscenza riguardo i miti, la riflessione filosofica (chi di noi non ha letto o citato o sentito partlare di Aristotele e Platone e Socrate?); eppoi: la ricerca scientifica, la concezione di ciò che è bello, ecc. L’altra è la  vertente ebraico-cristiana, che ha introdotto i concetti di redenzione, di messianesimo, il concetto di sublime e trascedenza e soprattutto l’idea che la parola è magica: è capace di creare e trasformare il mondo, come per es. sta scritto in Genesi 1,3. Dio disse: Sia la luce! E luce fu.https://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=C.E.I.&riferimento=Genesi1
 Il ruolo della letteratura non è credere in quello che sta scritto letteralmente,  lettera per lettera, parola per parola, ma vedere l’effetto del testo. Quando Dio pronuncia la parola, quello che dice diventa un fatto. Questo non è valido solo per chi è credente e religioso: è nel testo e tramite il testo che si mostra l´effetto della parola. Anche un testo come Don Casmurro di Machado de Assis, o altri testi, provocano un effetto, a partire dalla lettura (Ma Capitú ha tradito Bentinho? ). Naturalmente, poi ci vuole un´interpretazione. L´interpretazione possibile del Genesi 1,3 è: si verifica la magia e la potenza delle parole, perché la scrittura (alfabetica) è stata la grande novità che ha reso l´Antico Testamento così popolare (fra 3 miliardi di persone). 
Per ogni cosa che leggiamo possiamo individuare vari strati: quello che c’è scritto, quello che possiamo pensare, quello che possiamo pensare oltre quello che abbiamo già pensato n precedenza  e via di seguito. Dante Alighieri, così come come la tradizione ebraica e cabalista, difende quattro livelli di interpretazione: letterale, cioè una lettura simile alla definizione che si trova sul dizionario. Allegorica, che è il significato sul piano figurato, uno spostamento del senso quasi obbligatorio: “quando leggete di Mosè nel Vecchio testamento, dovete pensare che al suo posto viene  alluso Cristo”. Morale o figurale : secondo l´insieme dei principi o delle leggi morali o giuridiche dell´epoca, oppure secondo un senso traslato, ma non fisso e allegorica. Anagogica, che è un´interpretazione trascendente. Un esempio famoso per l´anagogia: il verbo “trasumanar” (che è una parola nuova, coniata da DAnte Alighieri, rappresenta una trasformazione ed una certa pressione e forzatura:  indica che contiene il passaggio dall’umano al divino. Tramite la parola. 
Nella Lettera ai Corinzi, Paolo (L´apostolo) afferma: Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.http://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Citazione=1Cor+13%2C12&Cerca=Cerca&Versione_CEI2008=3&Versione_CEI74=1&Versione_TILC=2&VersettoOn=1 . Questa visione di Paolo
 sintesi,  letteratura voui dire cercare di scavare nel profondo. Quando si interessa per il testo, Questa visione di Paolo, in realtà, forza un cambiamento (da letterale a allegorico) e trasforma la lettura dell´Antico Testamento in premessa del Nuovo... Si puó leggere in maniera piana (in maniera distratta), si puó cercare di trovare cosa c´è DIETRO il testo. Si può pensare che il testo abbiam vari strati.  Chi legge con passione può arrivare a utilizzare le quattro interpretazioni che Dante difende (ma non è necessario pensare sempre a tutt´e quattro, altrimenti diventa noioso oppure uno impazzisce!). Quando la letteratura serve come specchio possiamo conoscere meglio le cose che prima neanche sapevamo che erano dentro di noi.
Sull´amor cortese
Andrea Cappellano era un monaco che ha vivuto probabilmente tra il 1150 e il 1220 e fu cappellano di corte della contessa Maria di Champagne, in Francia. Lui ha scritto il trattato de amore che è diviso in tre libri. Nel primo lui definisce l’amore e spiega come possa essere ottenuto esemplificando i discorsi amorosi e come questi possano essere scambiati tra innamorati di varie condizione sociale. Nel secondo libro prescrive il comportamenta da tenere nelle situazioni che possono presentarsi tra gli innamorati. Nel terzo libro, l’autore ritratta tutto quelllo che ha detto ed espone le ragioni per cui il saggio deve tenersi lontano dall'amore.
Diversamente da quello che si può pensare, il monaco del medioevo non è necessariamente schematico o iperreligioso. Era suo dovere conoscere e conservare la cultura, prima di ogni altra cosa. In questo modo, Cappellano ha potuto scrivere sulla nobiltà  dell’amore, l’amore cortese e l’amore extraconiugale.
La nobilitazione o la nobiltà  è l’effetto dell’amore perché chi ama veramente e non pecca di avarizia. L’amante è illuminato dal raggio di un solo amore e difficilmente pensará di fare l’amore con un’altra, diventando così quasi casto. Non importa quanto sia bella l’altra donna che ama, lui non viene tentato.
Cappellano teorizza anche sull’amore cortese. Per lui, la nobiltà del cuore è superiore alla nobiltà di sangue. Chi è innamorato può diventare gentile, perché la gentilezza è un dono naturale a chi ama. Però questa cortesia è una morale, un rituale esclusivo riservato alla noblità per rafioni econimiche. Se tutti si dedicassero alle pratiche amorose cortesi non potrebbero coltivare campi e vigne. In questo modo, l’autore riserva ai lavoratori usare cavalleria d’amore,cioè come gli animali i lavoratori dedicanno ad atto carnale.
Per ultimo, l’autore dice che l’amore vero è sempre extracoiungale. Tra marito e moglie c’è l’affetto coniugale che per volte è impropriamente chiamato d’amore. Questo affetto non è intenso come il vero amore. Per Cappellano l’amore è misurato e concupiscente desiderio di abbracci furtivi e nascosti. Nel matrimonio l’uno possiede l’altro senza la paura di rifiuto entrambi possono soddisfare tutti i desideri e le voglie che hanno. Per l’autore, la sostanza dell’amore è la gelosia, senza la quale il vero amore non esiste, però tra i coniugi la gelosia è come peste nociva.
In questo modo, il vero amore solo esiste di maniere extacoiungale. Ogni donna gentile conviene amare, saggiamente, senza offesa potete accogliere le preghiere di chi chiede amore e dare amore a chi lo chiede.Cioè l’adulterio è l’unica forma di amore.  L’amore saggio sarebbe quello platonico, quello che rimarà per sempre solo nei pensieri.
Letteratura Italiana- Seconda Lezione
Per comprendere cosa leggiemo abbiamo 4 concenti abbastanza complessi. Un testo può essere letto piú o meno approfonditamente e i problemi complessi possono essere proposti in maniera differente.
 Il primo aspetto è quello che si può chiamare il rapporto fra centro e periferia. Cioè: non esiste una linea che viene dall´antichit`classica e rappresenta un atradizione, senza punti di rottura, sovrapposioni, reinterpretazioni... Lo stesso concetto di storia, linearità ecc  cambia nel corso della storia. Non esisteva ´propriamente un centro nella Penisola italiana, prima del 1500 (o meglio prima del 1494). Tra il Trecento e il Cinquecento c´era nella Penisola italiana un centro distribuito. Non c’era un solo locale, ma varie città grandi e piccole, come, principalmente, Firenze, Venezia, Roma, Milano e Napoli. Queste città sviluppano un´attività economica (non più feudale , o meglio: non più prevalentemente feudale. Nelle città si viveva in maniera differente dalle corti feudali e dall´entroterra feudale. C´erano concezioni diverse della politica, dell’arte e della letteratura. Ognuno di questi sistemi si considerava  in principio del centro. Altri centri in Europa dell’epoca  sono Parigi, Londra, Madrid e Barcellona,alcune città tedesche. Si tratta di città Stati, stati di dimensione limitada e da questi piccoli centri, dinamici e con un alibertà prima sconosciuta, sorge il primitivo capitalismo: prestiti e le banche, produzione e la manifattura, commercio, che si sviluppa al di là delle frietiere (tra città e città, nella Penisola, in mare, fino all´Oriente!). Questo precapitalismo era limitado alle dimensioni limitate della città oppure della città Stato.
Il capitalismo è un sistema autonomo, cioè, un sistema che non viene programmato o pianificato ma si sviluppa per proprio conto. Il capitalismo mette in moto meccanismi di massimizzazione con uno sviluppo radicale mai conosciuto prima (Medioevo) e neanche nell´età classica. Tra il 1100 e il 1300 il commercio internazionale si è sviluppato radicalmente nell’Europa. In questo periodo si è sviluppata anche l’industria manifatturiera, cioè, la produzione a mano soprattutto di tessuti e la produzione alimentari.
            Le città italiane  di Firenze, Venezia, Milano, Napoli e Roma erano città precapitalistiche cioè, loro costituivano un embrione del capitalismo. In questo periodo sono state create le banche. I banchieri (nel caso i FUGGER) avevano tanto potere che sono state fondamentali per eleggere  nel 1517 l’imperatore Carlo V (“nei miei possedimenti il sorge non tramonta mai”, per dire l´immensità delle terre spagnole e asburgiche). Un altro esempio di questo potere è la famiglia dei Medici, a Firenze,  una famiglia di banchieri e di papi e di signori. Soprattutto Cosimo e Lorenzo de´ Medici che hanno  “regnato” sulla città di Firenze per circa di 50/60 anni dal  1440 al 1494 (morte di Lorenzo). Proprio in quell´anno (1494)  accade una rivoluzione. La Francia e la Spagna occupano la peninsola italiana e a quel punto rendono impossibile la creazione di una unità della  peninsola.
In concetto di centro e periferia cambia completamente dopo questo periodo. Si instaura un sistema mondiale che viene chiamato globalizzazione. L’Italia del sud diventa sottomessa alla Spagna e diventa periferia con un sistema feudale (chiamata la “rifeudalizzazione”), cioè, come si facesse un passo indietro. Il nord d’Italia diventa semi periferia sottomessa all’Austria e all´Europa centrale.L´idea corrente di una “rifeudalizzazione” non ha molto senso nella storia, poiché lo sviluppo non deve mais essere concepito come lineare.
Il secondo concetto è quello di rottura e continuità.  Quando leggiamo un testo siamo portati a leggere la continuità, la linearità di un sviluppo, cioè vedere lo stesso tema ma dal punto di viste diverso. Ogni volta che un qualsiasi problema vieni ripreso e reinterpretato, acquista necessariamente un accento e un effetto diverso e così noi lettori non possiamo leggere tutto come continuità, ma dobbiamo pensare all´idea di  rottura. La visione del mondo cambia nel corso del tempo. Il cambiamento di visione dal Medioevo al  Rinascimento, la rottura e la “rinascita” sono legate soprattutto a una base economica (che garantisce uno sviluppo intellettuale), senza pensare schematicamente che c´è nisogno di unastruttura per avere una sovrastruttura.In letteratura questo cambiamento viene rappresentato in maniera diversa: la letteratura può  precorrere delle strade (per es. indicando la necessitá di libertà), può sviiluppare la riflessione su alcuni problemi (l´architettura, la matematica, la contabilità). Ad esempio> la partita dopia è essenziale per capire lo sviluppo delle banche e così il commercio internazionale, sviluppatissimo.
Un testo non può essere letto in maniere schematica, il testo propone una propria lettura e noi dobbiamo cercare di individuare quali sono gli elementi nel testo, le parole chiave, i concetti diversi, le cose paradossali, le cose interessanti, le cose nuove che ci sono nel testo per stabilire una nostra lettura che sia compatibile con il testo.
La nostra lettura può essere diversa perchè non siamo un foglio di carta bianco, ogniuno ha un background di lettura diverso.    
Per esempio la “visione italiana” privilegia la linearità del sviluppo che porterà a Dante e la “visione americana” (cioè vista dal Brasile, dalle Americhe) può sottgolineare di più i momenti di rottura e di ripresa del movimento poetico.
Referências:
Amore in “Enciclopedia dell’’ Arte Medievale"”. Disponível em: <http://www.treccani.it//enciclopedia/amore_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)>. Acesso em: 18 mar. 2020.
Andrea Cappellano in “Enciclopedia Dantesca”. Disponível em: <http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-cappellano_%28Enciclopedia-Dantesca%29/>. Acesso em: 19 mar. 2020.
Andrea Cappellano nell’Enciclopedia Treccani. Disponível em: <http://www.treccani.it//enciclopedia/andrea-cappellano>. Acesso em: 18 mar. 2020.
Cappellano_Andrea_De_amore.pdf. Disponível em: <http://samottafile.altervista.org/file/Cappellano_Andrea_De_amore.pdf>. Acesso em: 18 mar. 2020.
Introduzione alla letteratura italiana - YouTube. Disponível em: <https://www.youtube.com/watch?v=owJ5ZhW8HX8&t=508s>. Acesso em: 18 mar. 2020.
Letteratura Italiana - Seconda Lezione - YouTube. Disponível em: <https://www.youtube.com/watch?v=ggHlz-pkP_4>. Acesso em: 19 mar. 2020.
Marìa di Champagne contessa di Fiandra e di Hainaut nell’Enciclopedia Treccani. Disponível em: <http://www.treccani.it//enciclopedia/maria-di-champagne-contessa-di-fiandra-e-di-hainaut>. Acesso em: 18 mar. 2020.



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