Disciplina:
Literatura Italiana I / Professor: Andrea Lombardi
Aluna: Luíza Dias da Silva/ DRE:118147702
Questa Introduzione è stata scritta da Luiza Dias, studentessa di letteratura I del corso di ingua e letteratura italiana della UFRJ/ Rio de Janeiro (quarto semestre), sulla base di un´unica lezione presenziale e il materiale che ha usato, di lezioni registrate su video.
Introduzione alla
letteratura italiana
La letteratura
non esiste come storia, siamo noi che facciamo la storia. Per cui la storia
della letteratura in realtà viene pensata dopo e riorganizza tutto il sistema
della produzione scritta. Ma perché studiare letteratura? A che cosa serve la
letteratura?
La
letteratura, in realtà, non ha un´applicazione pratica. A volte leggiamo cose
che ci sembrano noiose, ripetitive, monotone e così noi non veniamo interessati
alla lettura. Però la letteratura allo stesso tempo può essere considerata uno
specchio che ci permette di guardarci dentro e vedere qualcosa di noi stessi
che prima non sapevamo. Quando abbiamo interesse per qualcosa possiamo proiettare questa passione
sul testo. Ogni testo ci rimanda a un tema e anche ad una forma di pensare il
mondo. Il testo ci consente di dire la stesa cosa in diverse maniere (questa è
la tesi di Umberto Eco) e con queste maniere possiamo risvegliare l’interesse
in persone diverse.
Nel proemio
del suo Decameron, Boccaccio aferma che esiste una "cura tramite le
parole". Questa cura non si riferisce a una cura delle malattie fisiche! Come un specchio, la letteratura ci fa riflettere e conoscere
meglio le cose che ci sono dentro di noi. Naturalmente questo non ocorre tutte
le volte: nei momenti in cui non ci sentiamo interessati per quello che stiamo
leggendo (abbiamo sonno, siamo troppo stanchi, abbiamo tante cose per la
testa): leggere non rifletterà nulla. Una specie di superficie piatta. Invece
nei momenti in cui lsiamo molto interessati, ogni parola trasmette
delle cose: sensazioni, percezioni, insights.
In realtà, siamo fatti
di letteratura, ognuno ha - per fare un esempio - un nome che lo lega a una tradizione, una
narrativa, una storia. Allo stesso modo, la letteratura occidentale è frutto di
due vertenti, due differenti origini. Una è quella legata alla tradizione
classica (grecolatina). Da li viene il nostro interesse e la nostra conoscenza
riguardo i miti, la riflessione filosofica (chi di noi non ha letto o citato o
sentito partlare di Aristotele e Platone e Socrate?); eppoi: la ricerca
scientifica, la concezione di ciò che è bello, ecc. L’altra è la vertente ebraico-cristiana, che ha
introdotto i concetti di redenzione, di messianesimo, il concetto di sublime e trascedenza e soprattutto l’idea che la parola è magica: è capace di creare e
trasformare il mondo, come per es. sta scritto in Genesi 1,3. Dio disse: Sia
la luce! E luce fu. https://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=C.E.I.&riferimento=Genesi1
Il ruolo della
letteratura non è credere in quello che sta scritto letteralmente, lettera per lettera, parola per parola, ma
vedere l’effetto del testo. Quando Dio pronuncia la parola, quello che dice diventa un
fatto. Questo non è valido solo per chi è credente e religioso: è nel testo
e tramite il testo che si mostra l´effetto della parola. Anche un
testo come Don Casmurro di Machado de Assis, o altri testi, provocano un effetto, a partire dalla lettura (Ma Capitú ha tradito Bentinho? ).
Naturalmente, poi ci vuole un´interpretazione. L´interpretazione possibile del Genesi 1,3 è: si verifica la magia e la potenza delle parole, perché la scrittura (alfabetica) è stata la grande novità che ha reso l´Antico Testamento così popolare (fra 3 miliardi di persone).
Per ogni cosa
che leggiamo possiamo individuare vari strati: quello che c’è scritto, quello
che possiamo pensare, quello che possiamo pensare oltre quello che abbiamo già
pensato n precedenza e via di seguito. Dante Alighieri, così come come la tradizione ebraica e cabalista,
difende quattro livelli di interpretazione: letterale, cioè una lettura simile
alla definizione che si trova sul dizionario. Allegorica, che è il
significato sul piano figurato, uno spostamento del senso quasi obbligatorio: “quando
leggete di Mosè nel Vecchio testamento, dovete pensare che al suo posto viene alluso Cristo”. Morale o figurale : secondo
l´insieme dei principi o delle leggi morali o giuridiche dell´epoca, oppure secondo un senso traslato, ma non fisso e allegorica. Anagogica, che è un´interpretazione trascendente. Un
esempio famoso per l´anagogia: il verbo “trasumanar” (che è una parola nuova, coniata da DAnte Alighieri, rappresenta una trasformazione ed una certa pressione e forzatura: indica che contiene il passaggio dall’umano al divino. Tramite la parola.
Nella Lettera ai Corinzi, Paolo (L´apostolo) afferma: Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.http://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Citazione=1Cor+13%2C12&Cerca=Cerca&Versione_CEI2008=3&Versione_CEI74=1&Versione_TILC=2&VersettoOn=1 . Questa visione di Paolo
Nella Lettera ai Corinzi, Paolo (L´apostolo) afferma: Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.http://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Citazione=1Cor+13%2C12&Cerca=Cerca&Versione_CEI2008=3&Versione_CEI74=1&Versione_TILC=2&VersettoOn=1 . Questa visione di Paolo
sintesi,
letteratura voui dire cercare di scavare nel profondo. Quando si
interessa per il testo, Questa visione di Paolo, in realtà, forza un cambiamento (da letterale a allegorico) e trasforma la lettura dell´Antico Testamento in premessa del Nuovo... Si puó leggere in maniera piana (in maniera distratta), si puó cercare di trovare cosa c´è DIETRO il testo. Si può pensare che il testo abbiam vari strati. Chi legge con passione può arrivare a utilizzare le
quattro interpretazioni che Dante difende (ma non è necessario pensare sempre a
tutt´e quattro, altrimenti diventa noioso oppure uno impazzisce!). Quando la
letteratura serve come specchio possiamo conoscere meglio le cose che prima
neanche sapevamo che erano dentro di noi.
Sull´amor cortese
Andrea
Cappellano era un monaco che ha vivuto probabilmente tra il 1150 e il 1220 e fu
cappellano di corte della contessa Maria di Champagne, in Francia. Lui ha
scritto il trattato de amore che è diviso in tre libri. Nel primo
lui definisce l’amore e spiega come possa essere ottenuto esemplificando i
discorsi amorosi e come questi possano essere scambiati tra innamorati di varie
condizione sociale. Nel secondo libro prescrive il comportamenta da tenere
nelle situazioni che possono presentarsi tra gli innamorati. Nel terzo libro,
l’autore ritratta tutto quelllo che ha detto ed espone le ragioni per cui il
saggio deve tenersi lontano dall'amore.
Diversamente da
quello che si può pensare, il monaco del medioevo non è necessariamente schematico
o iperreligioso. Era suo dovere conoscere e conservare la cultura, prima di
ogni altra cosa. In questo modo, Cappellano ha potuto scrivere sulla nobiltà dell’amore, l’amore cortese e l’amore extraconiugale.
La nobilitazione
o la nobiltà è l’effetto dell’amore
perché chi ama veramente e non pecca di avarizia. L’amante è illuminato dal
raggio di un solo amore e difficilmente pensará di fare l’amore con un’altra,
diventando così quasi casto. Non importa quanto sia bella l’altra donna che ama,
lui non viene tentato.
Cappellano
teorizza anche sull’amore cortese. Per lui, la nobiltà del cuore è superiore
alla nobiltà di sangue. Chi è innamorato può diventare gentile, perché la
gentilezza è un dono naturale a chi ama. Però questa cortesia è una morale, un
rituale esclusivo riservato alla noblità per rafioni econimiche. Se tutti si
dedicassero alle pratiche amorose cortesi non potrebbero coltivare campi e
vigne. In questo modo, l’autore riserva ai lavoratori usare cavalleria
d’amore,cioè come gli animali i lavoratori dedicanno ad atto carnale.
Per ultimo,
l’autore dice che l’amore vero è sempre extracoiungale. Tra marito e moglie c’è
l’affetto coniugale che per volte è impropriamente chiamato d’amore. Questo
affetto non è intenso come il vero amore. Per Cappellano l’amore è misurato e
concupiscente desiderio di abbracci furtivi e nascosti. Nel matrimonio l’uno
possiede l’altro senza la paura di rifiuto entrambi possono soddisfare tutti i
desideri e le voglie che hanno. Per l’autore, la sostanza dell’amore è la
gelosia, senza la quale il vero amore non esiste, però tra i coniugi la gelosia
è come peste nociva.
In questo
modo, il vero amore solo esiste di maniere extacoiungale. Ogni donna gentile
conviene amare, saggiamente, senza offesa potete accogliere le preghiere di chi
chiede amore e dare amore a chi lo chiede.Cioè l’adulterio è l’unica forma di
amore. L’amore saggio sarebbe quello
platonico, quello che rimarà per sempre solo nei pensieri.
Letteratura Italiana-
Seconda Lezione
Per
comprendere cosa leggiemo abbiamo 4 concenti abbastanza complessi. Un testo può
essere letto piú o meno approfonditamente e i problemi complessi possono essere
proposti in maniera differente.
Il primo aspetto è quello che si può chiamare
il rapporto fra centro e periferia. Cioè: non esiste una linea che viene
dall´antichit`classica e rappresenta un atradizione, senza punti di rottura,
sovrapposioni, reinterpretazioni... Lo stesso concetto di storia, linearità ecc
cambia nel corso della storia. Non
esisteva ´propriamente un centro nella Penisola italiana, prima del 1500 (o
meglio prima del 1494). Tra il Trecento e il Cinquecento c´era
nella Penisola italiana un centro distribuito. Non c’era un solo locale,
ma varie città grandi e piccole, come, principalmente, Firenze, Venezia, Roma,
Milano e Napoli. Queste città sviluppano un´attività economica (non più feudale
, o meglio: non più prevalentemente feudale. Nelle città si viveva in
maniera differente dalle corti feudali e dall´entroterra feudale. C´erano
concezioni diverse della politica, dell’arte e della letteratura. Ognuno di
questi sistemi si considerava in
principio del centro. Altri centri in Europa dell’epoca sono Parigi, Londra, Madrid e Barcellona,alcune
città tedesche. Si tratta di città Stati, stati di dimensione limitada e da
questi piccoli centri, dinamici e con un alibertà prima sconosciuta, sorge il
primitivo capitalismo: prestiti e le banche, produzione e la manifattura,
commercio, che si sviluppa al di là delle frietiere (tra città e città, nella
Penisola, in mare, fino all´Oriente!). Questo precapitalismo era limitado alle
dimensioni limitate della città oppure della città Stato.
Il capitalismo
è un sistema autonomo, cioè, un sistema che non viene programmato o pianificato
ma si sviluppa per proprio conto. Il capitalismo mette in moto meccanismi di
massimizzazione con uno sviluppo radicale mai conosciuto prima (Medioevo) e
neanche nell´età classica. Tra il 1100 e il 1300 il commercio internazionale si
è sviluppato radicalmente nell’Europa. In questo periodo si è sviluppata anche
l’industria manifatturiera, cioè, la produzione a mano soprattutto di tessuti e
la produzione alimentari.
Le
città italiane di Firenze, Venezia,
Milano, Napoli e Roma erano città precapitalistiche cioè, loro costituivano un
embrione del capitalismo. In questo periodo sono state create le banche. I
banchieri (nel caso i FUGGER) avevano tanto potere che sono state fondamentali
per eleggere nel 1517 l’imperatore Carlo
V (“nei miei possedimenti il sorge non tramonta mai”, per dire l´immensità
delle terre spagnole e asburgiche). Un altro esempio di questo potere è la
famiglia dei Medici, a Firenze, una
famiglia di banchieri e di papi e di signori. Soprattutto Cosimo e Lorenzo
de´ Medici che hanno “regnato” sulla
città di Firenze per circa di 50/60 anni dal 1440 al 1494 (morte di Lorenzo). Proprio in
quell´anno (1494) accade una
rivoluzione. La Francia e la Spagna occupano la peninsola italiana e a quel punto
rendono impossibile la creazione di una unità della peninsola.
In concetto di
centro e periferia cambia completamente dopo questo periodo. Si instaura un
sistema mondiale che viene chiamato globalizzazione. L’Italia del sud
diventa sottomessa alla Spagna e diventa periferia con un sistema feudale
(chiamata la “rifeudalizzazione”), cioè, come si facesse un passo indietro.
Il nord d’Italia diventa semi periferia sottomessa all’Austria e all´Europa
centrale.L´idea corrente di una “rifeudalizzazione” non ha molto senso nella
storia, poiché lo sviluppo non deve mais essere concepito come lineare.
Il secondo
concetto è quello di rottura e continuità.
Quando leggiamo un testo siamo portati a leggere la continuità, la
linearità di un sviluppo, cioè vedere lo stesso tema ma dal punto di viste
diverso. Ogni volta che un qualsiasi problema vieni ripreso e reinterpretato,
acquista necessariamente un accento e un effetto diverso e così noi lettori non
possiamo leggere tutto come continuità, ma dobbiamo pensare all´idea di rottura. La visione del mondo cambia
nel corso del tempo. Il cambiamento di visione dal Medioevo al Rinascimento, la rottura e la “rinascita” sono
legate soprattutto a una base economica (che garantisce uno sviluppo
intellettuale), senza pensare schematicamente che c´è nisogno di unastruttura
per avere una sovrastruttura.In letteratura questo cambiamento viene
rappresentato in maniera diversa: la letteratura può precorrere delle strade (per es. indicando la
necessitá di libertà), può sviiluppare la riflessione su alcuni problemi
(l´architettura, la matematica, la contabilità). Ad esempio> la partita
dopia è essenziale per capire lo sviluppo delle banche e così il commercio
internazionale, sviluppatissimo.
Un testo non
può essere letto in maniere schematica, il testo propone una propria lettura e
noi dobbiamo cercare di individuare quali sono gli elementi nel testo, le
parole chiave, i concetti diversi, le cose paradossali, le cose interessanti,
le cose nuove che ci sono nel testo per stabilire una nostra lettura che sia
compatibile con il testo.
La nostra
lettura può essere diversa perchè non siamo un foglio di carta bianco, ogniuno
ha un background di lettura diverso.
Per esempio la
“visione italiana” privilegia la linearità del sviluppo che porterà a Dante e
la “visione americana” (cioè vista dal Brasile, dalle Americhe) può sottgolineare
di più i momenti di rottura e di ripresa del movimento poetico.
Referências:
Amore in
“Enciclopedia dell’’ Arte Medievale"”. Disponível em: <http://www.treccani.it//enciclopedia/amore_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)>. Acesso em:
18 mar. 2020.
Andrea
Cappellano in “Enciclopedia Dantesca”. Disponível em: <http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-cappellano_%28Enciclopedia-Dantesca%29/>. Acesso em:
19 mar. 2020.
Andrea
Cappellano nell’Enciclopedia Treccani. Disponível em: <http://www.treccani.it//enciclopedia/andrea-cappellano>. Acesso em:
18 mar. 2020.
Cappellano_Andrea_De_amore.pdf.
Disponível em: <http://samottafile.altervista.org/file/Cappellano_Andrea_De_amore.pdf>. Acesso em:
18 mar. 2020.
Introduzione
alla letteratura italiana - YouTube. Disponível em: <https://www.youtube.com/watch?v=owJ5ZhW8HX8&t=508s>. Acesso em:
18 mar. 2020.
Letteratura
Italiana - Seconda Lezione - YouTube. Disponível em: <https://www.youtube.com/watch?v=ggHlz-pkP_4>. Acesso em:
19 mar. 2020.
Marìa di Champagne contessa di Fiandra e di Hainaut nell’Enciclopedia
Treccani. Disponível
em: <http://www.treccani.it//enciclopedia/maria-di-champagne-contessa-di-fiandra-e-di-hainaut>. Acesso em:
18 mar. 2020.
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