il 22 aprile: una puntata di Katástrofi (ecco qui il link, organizzato da Lello Voce, con la Francesca Cricelli, Islanda, Thomas Zandegiacomo, Berlino) ed io stesso da Rio de Janeiro e altri (ma non ricordo tutti!)
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Ho scritto un piccolo testo, per riassumere le mie idee.
Ancora su Boccaccio (ma uffa, quanto volte ancora!!!) e sul corona virus (beh, questo è un tema nuovo?!).
Pandemia? Letteratura? 3 variazioni sul Decameron Andrea Lombardi
1. Boccaccio
è un testimone (e questo non c´entra con la peste o non solo con la peste. Sí: un testimone come Primo Levi, che è stato deportato). Non
é assolutamente vero che ripete quanto scritto da Tucidide, Lucrezio o Paolo
Diacono, tutti scrittori che hanno descritto il propagarsi della peste in varie situazioni, in vari paesi: nella Grecia antica, nel mondo romano, durante il regno dei Longobardi nella Penisola italiana).
Boccaccio è,
anzitutto, un testimone di sé stesso:
Stava per morire, scrive nel Proemio, a causa di quello che possiamo chiamare MAL
D´AMORE.
Sembra
inventato, ma non lo è: si trata della melancolia, di quella più prosaicamente
chiamata depressione. (mia nonna e mio zio ne soffrivano e
per molti di noi è uma delle principal malattie, insieme all´insonnia ...).
Ma Boccacccio
si è salvato! E ha usato la letteratura come cura: perché sono le novelle d´amore
raccontategli da amici, che lo hanno
curato (e questo sempre nel brevissimoProemio). E questa è la prima cornice,
il Parergon, come la chiama Jacques
Derrida.
2. Nell´Introduzione alla I giornata Boccaccio reagisce alla pandemia: ed è
quello che noi potremmo fare (e dovremmo fare): ma lui scopre uma cosa
FONDAMENTALE, quella che chiama la legge della natura, cioè quella che poi chiameremo EROS (e qui siamo
all´Introduzione della IV giornata, La novella di Filippo Balducci) . Eros contro Tanatos, dunque,
L´amore contro la morte. Siamo a tre cornici, per niente banali (il Proemio,
l´Introduzione alla I giornata e l´Intr. Alla IV giornata), quando sempre lui,
Boccaccio il testimone, prende la parola. .
3. La descrizione dei sintomi della peste (non li ripeto), l´esplosione di un iper realismo sta nella
descrizione sua della peste (e nella presentazione del mondo del primitivo capitalismo, di navigatori e commercianti). E Boccaccio (iper narratore) fa almeno tre
affermazioni che stupiscono, perché potrebbero essere state scritte oggi:
E Boccaccio racconta un episodio apparentemente del tutto secondario. Ma anche questo tratta di un tema di vera testimonianza: lui stesso, come spettatore, vede due porci che azzannano dei panni
di alcuni appestati evuidentemente morti e, dopo poco più di mezz´ora, li vede morire, tutti e due (fulminati dal contagio letale). Nessun
altro ne ha scritto, dei due porci. Insignificanti porci, ma sono loro a laureare Boccaccio definitivamente come testimone (senza bisogno di altri testimoni). Perché è vero, in questo caso, quanto affermato da Paul Celan: "Nessuno testimonia per i testimoni".
Si tratta di una grande opera,
messa in ombra dalla grandeza mostruosa di Dante (che amo e che amiamo). Mentre Dante è
stato rivalutato nel Romanticismo, esattamente nello stesso período Boccaccio è stato messo in disparte (De Sanctis e Auerbach, alleati). Pur tutti e due amichevolmente sottolineando il suo realismo radicale, in
realtà lo criticano, perché “non è ético”, cioè perché non difende
l´etica nazionale di Dante. Ma Boccaccio è interessato alla letteratura, alla
costruzione di un modello (come ha scritto Giuseppe Mazzotta in the world at play, il mondo in
gioco) iper moderno e ironico. E oltretutto neanche Dante era interessato a
un progetto nazionale (la sua era una battaglia per trovare una lingua della poesia, un volgare illustre.
La sfida: cosa produciamo noi che possa essere all´altezza del covid-19? della desertificazione, dell´inerzia che sta
avanzando sul mondo?
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