quinta-feira, 23 de abril de 2020

CORONAVIRUS 2020 Bach e Tarkovski





 CORONAVIRUS 2020 e i poeti
(Un abbozzo di risposta alla domanda di Lello Voce in KATÁSTROFI) 




Qui un´immagine del film STALKER  di Andrei Tarkovski. Un mondo segreto, post pandemia, post enigmatico. Il nostro mondo? 

Il film è lento, inesorabile. Ma forse è la migliore rappresentazione della nostra condizione attuale


La scena dello specchio: 
https://www.youtube.com/watch?v=TlRN1bvVd28

e per riprendersi: Bach nel film Solaris 

La levitazione nel film SOLARIS 

La colonna sonora di Solaris (Bach) e l´immagine (Bruegel).



Non c´è salvezza senza l´arte e senza la letteratura (anonimo al tempo della Pandemia) 




1.Come gestire l´isolamento? Unma grande ocasione per pensare, riflettere (52 anni fa !!! sono stato arrestato. In prigione – era un riformatorio – bisognava organizzarsi. Stabilire degli obiettivi, fare ginnastica e, non ostante tutte le evidenze, tenere conto che siamo irrimediabilmente soli. Definitivamente soli).

2.Cosa pensare della questione delle leggi speciali. Personalmente credo che Agamben sia troppo filosofo, il ché condiziona la lettura. Ma ho letto quanto dichiarato dal Ministro della Giustizia della Repubblica di Weimar, nel 1926: "le attuali leggi"– affermava il Ministro tedesco nel 1926 -  "permettono che il Presidente della Repubblica incendi un certo numero di città tedesche, senza alcun limite, motivo e conseguenza". Morale della storia: il 12 febbraio 1933 sono state proclamate le leggi d´emergenza in Germania, dopo 12 giorni dalla vittoria del nazismo, e sono state revocate solo nel 1945.  Tutto il dibattito sulle leggi speciali, le Notstandgesetze del ´68 in Germania era relativo a questo problema e pericolo.
C´è un´inerzia nel mondo. Il “sistema Cina” (la chinese way of life sta andando avanti: produzione al limite dell´inanizione, controllo ferreo (tramite cellulari). Ieri ho scoperto tramite google maps che TUTTA la mia vita è segnata ora per ora, giorno per giorno, negli ultimi dieci anni. E ciascuno può andare a vedere cosa ho fato (che imbarazzo!)

3.La nostra tradizione, la nostra epoca si riempie la bocca con la parola scienza. Anche l´amato Leonardo da Vinci ne parlava spesso e Galileo. Ma cos´è  la scienza senza la coscienza? Non vale molto. Dove è finito l´apprezzamento per la magia, l´alchimia, la cabala, l´astrologia che ha preparato il mondo moderno (perlomeno quello occidentale, quello delle conquiste, quello del sistema mondiale dell´economia di Wallerstein?)

4.In Brasile stiamo fra incudine e martello: da una parte un Presidente del nuovo raccolto (tipo Salvini, Trump): imprevedibile e molto reazionario (qui più che altrove). Incapace di gestire e senza maggioranza. Situazione da colpo di stato, con il paradosso che sono i militari che non lo vogliono. E la popolazione sta in aspettativa: 50 % non appoggia e non chiede ancora le dimissioni del Presidente. Stallo. D´altra parte, come tutti, siamo sottoposti al dilemma: isolamento oppure crollo totale dell´economia? 5 milioni sono i nuovi colpiti dalla povertà assoluta  (60 $ al mese!!!) che si aggiungono negli ultimi tre mesi ai precedenti 30 milioni.  Com`è che si diceva? Che fare? 



Pandemia? Letteratura? 3 variazioni sul Decameron




il 22 aprile: una puntata di Katástrofi (ecco qui il link, organizzato da  Lello Voce, con la Francesca Cricelli, Islanda, Thomas Zandegiacomo, Berlino) ed io stesso da Rio de Janeiro  e altri (ma non ricordo tutti!)
https://www.facebook.com/search/top/?q=kat%C3%A1strofi&epa=SEARCH_BOX

Ho scritto un piccolo testo, per riassumere le mie idee.
Ancora su Boccaccio (ma uffa, quanto volte ancora!!!) e sul corona virus (beh, questo è un tema nuovo?!).


Peter Bruegel. Il Trionfo della morte 1562 

Pandemia? Letteratura?  3 variazioni sul Decameron Andrea Lombardi

1.       Boccaccio è un testimone (e questo non c´entra con la peste o non solo con la peste. Sí: un testimone come Primo Levi, che è stato deportato). Non é assolutamente vero che ripete quanto scritto da Tucidide, Lucrezio o Paolo Diacono, tutti scrittori che hanno descritto il propagarsi della peste in varie situazioni, in vari paesi: nella Grecia antica, nel mondo romano, durante il regno dei Longobardi nella Penisola italiana).
Boccaccio è, anzitutto,  un testimone di sé stesso: Stava per morire, scrive nel Proemio, a causa di quello che possiamo chiamare MAL D´AMORE.
Sembra inventato, ma non lo è: si trata della melancolia, di quella più prosaicamente chiamata depressione. (mia nonna e mio zio ne soffrivano e per molti di noi è uma delle principal malattie, insieme all´insonnia ...).
Ma Boccacccio si è salvato! E ha usato la letteratura come cura: perché sono le novelle d´amore raccontategli  da amici, che lo hanno curato (e questo sempre nel brevissimoProemio). E questa è la prima cornice, il Parergon, come la chiama Jacques  Derrida.
2.       Nell´Introduzione alla I giornata Boccaccio reagisce alla pandemia: ed è quello che noi potremmo fare (e dovremmo fare): ma lui scopre uma cosa FONDAMENTALE, quella che chiama la legge della natura, cioè quella che  poi chiameremo EROS (e qui siamo all´Introduzione della IV giornata, La novella di Filippo Balducci) . Eros contro Tanatos, dunque, L´amore contro la morte. Siamo a tre cornici, per niente  banali (il Proemio, l´Introduzione alla I giornata e l´Intr. Alla IV giornata), quando sempre lui, Boccaccio il testimone, prende la parola. .
3.       La descrizione dei sintomi della peste (non li ripeto), l´esplosione di un iper realismo sta nella descrizione sua della peste (e nella presentazione del mondo del primitivo capitalismo, di navigatori e commercianti). E Boccaccio (iper narratore) fa almeno tre affermazioni che stupiscono, perché potrebbero essere state scritte oggi:
 a)      non bisogna toccare gli interlocutori, per evitare il contagio b) non bisogna neanche parlare con loro e c) e Per nessun motivo toccare i loro “panni”, i loro vestiti

E Boccaccio racconta un episodio apparentemente del tutto secondario. Ma anche questo tratta di un tema di vera testimonianza: lui stesso, come spettatore, vede due porci che azzannano dei panni di alcuni appestati evuidentemente morti e, dopo poco più di mezz´ora, li vede  morire, tutti e due  (fulminati dal contagio letale). Nessun altro ne ha scritto, dei due porci. Insignificanti porci, ma sono loro a laureare Boccaccio definitivamente come testimone (senza bisogno di altri testimoni). Perché è vero, in questo caso, quanto affermato da Paul Celan: "Nessuno testimonia per i testimoni". 
Si tratta di una grande opera, messa in ombra dalla grandeza mostruosa di Dante (che amo e che amiamo). Mentre Dante è stato rivalutato nel Romanticismo, esattamente nello stesso período Boccaccio è stato messo in disparte (De Sanctis e Auerbach, alleati). Pur tutti e due amichevolmente sottolineando il suo realismo radicale, in realtà lo criticano, perché “non è ético”, cioè perché non difende l´etica nazionale di Dante. Ma Boccaccio è interessato alla letteratura, alla costruzione di un modello (come ha scritto Giuseppe  Mazzotta in the world at play, il mondo in gioco) iper moderno e ironico. E oltretutto neanche Dante  era interessato a un progetto nazionale (la sua era una battaglia per trovare una lingua della poesia, un volgare illustre.
La sfida: cosa produciamo noi che possa essere all´altezza del covid-19? della desertificazione, dell´inerzia che sta avanzando sul mondo?






terça-feira, 14 de abril de 2020

appunti per un Progetto di ricerca su espressionismo (linguistico e letterario)




Pubblico qui una bozza di un progetto di ricerca. Si tratta di una bozza non corretta ma che puó servire di base per un dibattito, per aggiunte, correzioni, suggerimenti, iniziative (la discussione su academia.edu Andrea Lombardi) 

Publico aqui um esboço de um projeto de pesquisa. Trata-se de um esboço, não corrigido, mas que poderia servir de base para um debate, para acréscimos, correções, sugestões, iniciativas (o debate no academia.edu Andrea Lombardi)



TITOLO:  VERSIONE IN ITALIANO
Espressionismo- espressionismi. Una ricerca interdisciplinare
Metamorfosi testuali. Sviluppi di una metafora delle avanguardie
Progetto di ricerca aperto a contributi


Devastação da Amazônia pode reduzir chuvas em até 21% | VEJA
METAMORFÓSES E LABIRINTOS NATURAIS


 

ESCRITA DA NATUREZA 

O humano que jamais nos abandona”: A obra epistolar de Goethe
GOETHE ESCREVE SOBRE METAMORFOSE DAS PLANTAS 


Obiettivo di questo progetto di ricerca è dare spazio nella ricerca al concetto di espressionismo letterario, adottato come un operatore metaforico, a partire dalle produttive riflessioni elaborate da Gianfranco Contini e altri studiosi, e realizzare un´estensione del concetto di espressionismo oltre al periodo delle avanguardie del secolo XX, cercando di individuare un filo rosso che lega la produzione letteraria e artistica del periodo storico delle avanguardie a altre forme e manifestazioni. Al centro dell´attenzione verranno esaminate preferenzialmente le opere di quegli autori dei quali si possa presumere che il gesto trasformatore, che simultaneamente fissa vita obiettiva e soggettiva, crea delle forme di scrittura e riscrittura. Un movimento che, a sua volta, può produrre nuove letture, base di nuovi testi, in una serie potenzialmente infinita.


The objective of this research project is to give space in research to the concept of literary expressionism, adopted as a metaphorical operator, starting from the productive reflections elaborated by Gianfranco Contini and other scholars, and to realize an extension of the concept of expressionism beyond the period of the avant-garde of the twentieth century, trying to identify a red thread that links the literary and artistic production of the historical period of the avant-garde to other forms and manifestations. At the center of attention will be examined preferentially the works of those authors of whom it can be assumed that the transforming gesture, which simultaneously establishes objective and subjective life, creates forms of writing and rewriting. A movement which, in turn, can produce new readings, the basis of new texts, in a potentially infinite series.



 Il progetto è inteso come piattaforma comune per incontri accademici (workshop, eventi, pubblicazioni, iniziative con la presenza di discenti), realizzati sulla base di un piano comune e su studi proposti individualmente, poiché l´intenzione è che ogni ricercatore svolga delle proprie ricerche in maniera autonoma.

L´espressionismo, visto come manifestazione delle avanguardie del secolo XX, ripensa il rapporto fra spazio e tempo, accentua le componenti soggettive,  prediligendo sempre un radicale (ed anche ostentato) superamento della forma: a questo fine sceglie la distorsione, la sovrabbondanza, in principio una tendenza all´esagerazione, la cui base è un´intenzionale  trasgressione di norme e regole. Gianfranco Contini ha individuato un filo rosso fra  autori come Joyce, Guimarães Rosa e Gadda,  anche se molto diversi fra loro per il contesto culturale e le lingue e lo stile utilizzati.  In vari scritti ha indicato un elemento molto produttivo, e cioè che testi di questi autori citati ed altri scrittori e artisti che possono essere considerati espressionisti, potessero essere individuati nella produzione di autori di tradizioni culturali e epoche molto diverse, specialmente della tradizione “italiana”: Dante Alighieri, il maccheronico Teofilo Folengo, il “padre dei racconti “ Giambattista Basile e altri. I testi di questi e altri autori mostrano la produttività e l ´estensione ricchissima del concetto di espressionismo, poiché permettono di indagare aspetti nuovi e precedentemente non apprezzati in precedenza di autori anche “canonici”. Ad esempio, un movimento eccedente e deviante nel formato e nello stile, una tendenza alla trasgressione, sopratutto della forma, ed altri fenomeni  (tra i vari elementi naturalmente il plurilinguismo, con la sovrapposizione di strati di lingue diverse, inventate oppure relegate nella periferia). Si tratta di un allargamento della concezione di espressionismo, che è stata condivisa (anticipata, ripresa) da studiosi delle avanguardie, come Paolo Chiarini, Kasimir Edschmid, Walter Rheiner, Maria Corti. Per quest´ultima, l´espressionismo rappresenta una secolare tradizione, per Chiarini, un fenomeno dello spirito. 
Questo approccio intende ribadire la validità di un´estrema libertà nella ricerca e l´approfondimento di ogni singolo autore e testo, secondo il principio (affermato dallo stesso Contini), che: uno studio deve eliminare le teorie precedenti, per permettere un´analisi libera da preconcetti (Un´idea di Dante). Una lettura del testo Sul concetto di storia  di Walter Benjamin ispira una revisione del concetto di linearità della storia e, quindi, della continuità delle tradizioni letterarie (in particolare quella “italiana”, aspetto già identificato da Carlo Dionisotti). La presenza di una produzione di un Dante fiorentino e plurilinguistico (e non italiano), precursore o progettatore del monolinguismo ottocentesco), l´incorporazione di uno stile maccheronico (Folengo) o di una lingua napoletana  deviante, come quella di Giambattista Basile (esempi fra i vari possibili)....tutto questo può certamente mettere in discussione sia la produttività del concetto di storia letteraria che quello stesso di storia lineare.
Il terreno di analisi è naturalmente molto vasto e questo progetto di ricerca non vuole affermare nuovi schemi, ma, al contrario, contribuire a liberare il campo per la realizzazione di ricerche focalizzate, superando le griglie di interpretazioni legate a un condizionamento ideologico. Si tratta però di mettere a fuoco alcuni temi diversi, che sono fra di loro legati e che permettono di approfondire il concetto di espressionismo:
Il problema della traduzione, vista come espressione in una lingua diversa, tramite considerazioni originate dall riflessioni che risalgono a una vasta tradizione (Walter Benjamin e a altri studiosi, tra cui Haroldo de Campos., citando solo alcuni dei pensatori sul tema). Vista come processo di trasformazione graduale o di progressiva metamorfosi, la traduzione può essere intesa come una vera e propria traformazione del testo, una sua ricostruzione (o ricreazione), alla ricerca di una sua seconda sponda, processo questo che genera un rapporto di antagonismo e unità con il suo originale.
Tra i varti possibili, un secondo tema, che forse può essere considerato un aspetto decisivo per l´espressionismo, è rappresentato dalla questione dello stile, che include sia l´espressionismo storico che quello continiano...Lo stile stabilisce, in principio, un rapporto fra ”vita” e rappresentazione scritta, fra esperienza autorale e sua espressione, quindi più che un concetto stabile e definitivo può  essere considerato un sintomo relazionale. Una ricerca autonoma o legata allo studio della produzione di alcuni autori specfici, prende le mosse da quanto affermato da Nietzsche, aspetti che dovrebbero essere ripresi (carteggio con Salomé e altro). La trasmissione (metamorfosi, trasformazione, ricreazione) fra concezione non ancora del tutto rappresentata (che fluttua tra metonimia e metafora) e la vera e propria rappresentazione e materializzazione scritta, è il fenomeno che definisce non solo lo stle, ma il processo di cristallizzazione della narrativa nel suo insieme. Un problema specifico di questo passaggio può  essere considerato quello della rappresentazione (scritta) dei sogni in Freud, da uno stato (già definito? Cristallizzato? Testimonianza dell´inconscio?) a quello scritto, verbalizzato. Si tratta di una testimonianza fedele, di una metamorfosi o di una traduzione-ricreazione?).

TÍTULO: VERSÃO EM PORTUGUÊS
Expressionismo-expressionismo. Uma pesquisa interdisciplinar
Metamorfose textual. Desenvolver uma metáfora de vanguarda
Projeto de pesquisa aberto a contribuições

Objetivo deste projeto é dar espaço à indagação relativa ao conceito de expressionismo literário, adotado como operador metafórico, a partir das reflexões elaboradas por Gianfranco Contini e outros estudiosos, e ampliar o conceito de expressionismo além do período das vanguardas do século XX. Identificando um fio vermelho que liga a produção literária e artística do período histórico das vanguardas a outras formas e manifestações literárias e artísticas. No centro das atenções estão preferencialmente obras daqueles autores em que o gesto transformador, que produz simultaneamente vida objetiva e subjetiva, cria  ele mesmo formas de escrever e reescrever. Um movimento que, por sua vez, pode produzir novas leituras, estimular novos textos, em uma série potencialmente infinita.

The objective of this research project is to give space in research to the concept of literary expressionism, adopted as a metaphorical operator, starting from the productive reflections elaborated by Gianfranco Contini and other scholars, and to realize an extension of the concept of expressionism beyond the period of the avant-garde of the twentieth century, trying to identify a red thread that links the literary and artistic production of the historical period of the avant-garde to other forms and manifestations. At the center of attention will be examined preferentially the works of those authors of whom it can be assumed that the transforming gesture, which simultaneously establishes objective and subjective life, creates forms of writing and rewriting. A movement which, in turn, can produce new readings, the basis of new texts, in a potentially infinite series.

O projeto pretende ser uma plataforma comum para reuniões acadêmicas (workshops, eventos, publicações, debates ditigalizados), realizados num plano comum e em estudos e propostas individuais, pois a intenção é que cada pesquisador realize sua própria pesquisa, independentemente.


O expressionismo, visto como manifestação das vanguardas do século XX, repensa a relação entre espaço e tempo, acentua os componentes subjetivos, preferindo sempre uma superação radical (e até ostensiva) da forma: para isso, escolhe distorção, superabundância, em princípio, uma tendência a exagerar, cuja base é uma transgressão intencional de normas e regras. Gianfranco Contini identificou um fio vermelho entre autores como Joyce, Guimarães Rosa e Gadda, embora muito diferentes um do outro no contexto cultural e nas línguas e estilos utilizados. Em vários escritos, ele indicou um elemento muito produtivo, a saber, que os textos desses autores citados e outros escritores e artistas que podem ser considerados expressionistas poderiam ser identificados na produção de autores de tradições e épocas culturais muito diferentes, especialmente da tradição "da península italiana". : Dante Alighieri, o macarrônico Teofilo Folengo, o "pai das histórias": Giambattista Basile, Porta, Gadda e – nós acrescentamos o Emilio Vila, grande gênio do séc. XX na poesia, tradução, crítica ede arte e ensaística. Os textos desses e de outros autores mostram a produtividade e a rica extensão do conceito de expressionismo, uma vez que permitem investigar aspectos novos e até pouco apreciados, mesmo de autores "canônicos". Por exemplo, um movimento excessivo e desviante de formato e estilo, uma tendência à transgressão, sobretudo da forma e outros fenômenos (entre os vários elementos, é claro, o multilinguismo, com a sobreposição de camadas de diferentes idiomas, inventadas ou relegadas à periferia). É uma ampliação do conceito de expressionismo, que foi compartilhado (antecipado, revivido) por estudiosos das vanguardas, como Paolo Chiarini, Kasimir Edschmid, Walter Rheiner e Maria Corti. Para esta, o expressionismo representa uma tradição secular, para Chiarini, um “fenômeno do espírito”, mostrando a relevância do conceito.

Essa abordagem pretende reafirmar a validade e necessidade de uma liberdade extrema na pesquisa e no estudo de cada autor e texto, de acordo com o princípio (afirmado pelo próprio Contini), de que: um estudo deve eliminar teorias anteriores, para permitir uma análise livre de preconceitos (CONTINI, G. Un´ idea di Dante). Uma leitura do texto Sobre o conceito de história de Walter Benjamin inspira uma revisão do conceito de linearidade da história e, portanto, da continuidade das tradições literárias (em particular a "italiana" ou melhor: da “península italiana”, aspecto já identificado por Carlo Dionisotti (Geografia e storia della letteratura itaiana). A presença de uma produção de um Dante florentino e multilíngue (e não italiano), precursor ou criador do monolingüismo do século), a incorporação de um estilo macarônico (Teófilo Folengo. Baldus) ou de uma língua napolitana desviante, como a de Giambattista Basile (Lo cunto de li cxunti, exemplos entre as várias possíveis) ... tudo isso certamente pode questionar tanto a produtividade do conceito de história literária quanto a própria história linear. O campo de análise é naturalmente muito vasto e este projeto de pesquisa não deseja afirmar novos esquemas, mas, pelo contrário, ajudar a liberar o campo para a realização de pesquisas focadas, superando as grades de interpretações ligadas a um condicionamento ideológico. No entanto, trata-se de focar em alguns temas diferentes, ligados entre si e que permitem aprofundar o conceito de expressionismo:

O problema da tradução, visto como expressão em outro idioma, seguindo reflexões que remontam a uma vasta tradição (Walter Benjamin e outros estudiosos, inclusive Haroldo de Campos). Vista como um processo de transformação gradual ou metamorfose progressiva, a tradução pode ser entendida como uma transformação real do texto, uma reconstrução (ou recreação) dele, em busca de uma segunda margem, um processo que gera uma relação de antagonismo e unidade com o original. Um segundo tema, decisivo, é representado pela questão do estilo, que inclui tanto o expressionismo histórico quanto o continiano ...
O estilo estabelece, em princípio, um relação entre "vida" e representação escrita, entre experiência autoral e sua expressão, portanto, mais do que um conceito estável e definitivo pode ser considerado um sintoma relacional. Uma pesquisa independente ou vinculada ao estudo da produção de alguns autores específicos, parte do que Nietzsche disse (aspectos que devem ser retomados, por ex. correspondência com Salomé e outros). A transmissão (metamorfose, transformação, recreação) entre um conceito ainda não totalmente representado (que flutua entre metonímia e metáfora) e a representação e materialização efetivamente escritas é o fenômeno que define não apenas o estilo, mas o processo de cristalização do narrativa como um todo. Um problema específico dessa passagem pode ser considerado o da representação (escrita) dos sonhos em Freud, de um estado (já definido? Cristalizado? Testemunho do inconsciente, como afirma Shoshana Felman “Educação e crise”?) Ao escrito, verbalizado. É um testemunho fiel, uma metamorfose ou uma tradução-recreação?).





domingo, 12 de abril de 2020

Boccaccio : tre regole contro la pandemia (in italiano)

Boccaccio: tre regole contro la pandemia
Una lettura dell´Introduzione alla I giornata

Da Il trionfo della morte (Buffalmacco) “La Morte verrà all’improvviso”

Il ritratto che Boccaccio fa della peste del 1348 nel suo Decameron viene molto citato, ma raramente letto e ricordato con maggiore precisione. L'introduzione alla prima giornata, in cui descrive la diffusione della pandemia, spesso viene sempre vista come ripetizione di scene che Tucidide, Lucrezio, Paolo Diacono ed altri avevano precedentemente descritto. Ma non è così. Il Decameron era ed è, in realtà, un autentico work in progress: le novelle  (cioè: novità) sono state lette voracemente – tramite una circolazione manoscritta (quasi come le letture on line!). E l'autore risponde alle osservazioni riportate dai lettori nel corso della sua scrittura (per es. nell´Introduzione alla IV giornata, dialogando direttamente con il suo pubblico). è un libro fondamentalmente nuovo ed è il primo libro dedicato alle donne come lettrici, e non più alle superate e astratte Muse.
Il Decameron contiene un centinaio di novelle (si sá: tante quanto i canti della commedia di Dante), che - al di la della cornice sulla morte - disuisiscono su amore e sull´arte di parlare bene (il motto di spirito): in modo moderno ed economico, preciso, valorizzando la battuta, o meglio il Witz di Freud (appunto:  motto di spirito e il suo rapporto con l´inconscio). Quella lunga introduzione alla Prima Giornata, si occupa della devastazione e ricama una descrizione precisa e puntuale della peste nera a Firenze, descrive dettagli che nessuno prima aveva potuto individuare: una storia in cui due porci azzannano voracemente i vestiti di un appestato e subito muoiono fra contorsioni incredibili. Che fa di Boccaccio un testimone (precorrendo quelli della Seconda Guerra Mondiale). Nel Decameron emerge un tema nuovo e interessante: il contrasto tra amore e morte , Erose Tanatos (in parallelo, sì, con Le Mille e una notte, opera anonima e non raccolta pianificata. Boccaccio indica una vera e propria scoperta: la legge della natura governata dall'amore (nell´Introduzione alla IV giornata, una novella soprannumeraria, un narratore oltre al numero dei dieci narratori, che scardina lo steso principio architettonico del Decameron (dieci) e indica una rottura ermeneutica. Si noti, di nuovo: un percorso opposto ma convergente rispetto alla scoperta del principio di morte, opposto a quello di vita, che Freud postula in Al di là del principio del piacere e cioè: Eros e Tanatos. 
L'autore, allo stesso tempo, narratore e protagonista, come Dante nella sua commedia e Sant'Agostino nelle sue Confessioni, descrive una sua esperienza drammatica (in un'altra delle tante cornici di cui è costellato il testo: il Proemio): la sua esperienza personale, di vita, che ne fa nuovamente un testimone: quella di aver visto in faccia la morte, per quello che definiremmo il mal d´amore (mal d´amore, comne malinconia, oppure con il linguaggio di oggi: depressione. Sono le novelle che amici gli avevano narrato, che gli hanno permesso di superare il suo male. Boccaccio indica qui -difatto - per la letteratura una funzione straordinaria: la cura tramite le parole, qualcosa che Jacques Lacan avrebbe adottato come motto per la psicanalisi.
Nell´ "Introduzione alla prima giornata, già citata, troviamo tre informazioni sorprendentemente aggiornate, espresse in un italiano antico, ma modernissime nel fatto, che qui riduco a pura" informazione":
1. Boccaccio allerta i lettori, perché non si stabilisca un "contatto" fisico con il prossimo (lui parla di comunicazione), come una stretta di mano, un abbraccio, ecc.;
2. Non  bisogna assolutamente toccare in alcun modo i vestiti degli altri e in particolare quelli di coloro che hanno già il virus;
3. è pericolosissimo conversare semplicemente con qualcuno - avverte Boccaccio - può trasmettere il contagio.
La sua critica alla visione non professionale della malattia (falsi medici, guaritori), potrebbe essere paragonato alle fake news di oggi!  E sull´origine della peste, l´autore equilibratamente propende per il 50% (fifty/fifty!): metà l´attribuisce al destino (dunque una semplice coincidenza) e l'altra metà, invece, accetta (forzosamente) l´idea di una punizione divina. Perfino nel Medioevo, il cui mondo ideale era governato dalla Chiesa e che già conosceva l'Inquisizione, l'opinione espressa da Boccaccio doveva sembrare audace, quasi temeraria. Oltretutto, Boccaccio è divenuto più tardi chierico (cioè funzionario della Chiesa), dopo aver scritto il Decameron (ma non si è mai ricreduto e ha licenziato già in età tarda una revisione del testo).
Il suo Decameron è un capolavoro del realismo (il modo in cui descrive la peste, con dettagli precisi e macabri, la vita dei commercianti, il modo in cui difende i diritti delle donne: qualcosa di incredibilmente avanzato). E in questo è l´ideale di critici come Erich Auerbach e Francesco De Sanctis. Allo stesso tempo, Boccaccio costruisce un'architettura di una sfrenata ironia cosmica che viene montata e smontata  (vedi Giuseppe Mazzotta The world at play). POtremmo chiamarla, con Bauldelaire il comic absolut. Nell´'immagine allegata  il grande affresco Il trionfo della morte di Buonamico Buffalacco mostra proprio un´immagine di amore e morte. Un affresco enorme che è tutta una narrativa e riunisce la visione della morte (i tre morti sulla sinistra) e i dieci giovani, che si intrattengono amenamente, sulla destra. Secondo Lucia Battaglia Ricci, Ragionare in Giardino ed altri critici, la data della realizzazione dell´affresco (16 metri di lunghezza) è del 1320, cioè prima della peste. Quindi, il Decameron farebbe riferimento ad almeno tre prodotti letterari o culturali (intertesto e ironia): 1. L'affresco di Buffalmacco (che da il nome a uno dei protagonisti di tre novelle del Decameron) 2. Il Canto V della Commedia di Dante (con un'allusione all'episodio della morte di Paolo e Francesca) e 3. Sorprendentemente, l'Hexameron di Santo Ambrogio (IV secolo), che descrive i sei giorni della Creazione del Mondo. Somma ironia  confrontare la creazione con la scoperta del principio dell'Eros, principio sfrenato della cópula (nel doppio senso di elemento grammaticale e  metafora per l´atto sessuale).

Lettura e rilettura è il nocciolo del nostro lavoro. Trovare qualcosa di nuovo dimostra che, a volte, non è necessario contare solo sull´opinione degli scienziati, per leggere il mondo e persino la nostra pandemia la letteratura può essere utile o addirittura indispensabile, perché oltre al buon senso porta con sé anche un accenno all´etica. All´epoca, Boccaccio era stato a Napoli. E a Salerno si trovava la più antica Facoltà di Medicina del mondo occidentale, fondata nel IX secolo: la Regola salernitana. Una buona lettura può rivelare cose ancora non trasparenti e aiuta a combattere la noia, la malinconia, l'inerzia.
A.Lombardi, UFRJ 12/04/2020 (nel  giorno di Pasqua, alcuni giorni dopo Pessach)




Buonamico Buffalmacco Il trionfo la sua morte.Affresco. 
https://www.sistemacritico.it/2018/07/17/trionfo-della-morte-buffalmacco/#prettyPhoto/0/ Lucia Battaglia Ricci, op. cit. lo data al 1320. Argan non lo attribuisce a Buffalmacco. Lina Bolzon lo attesta agli anni 30 del Trecento, dunque PRIMA. È come se la peste fosse un´emanazione dell´affresco e non vicecversa. 
A sinistra tre bare scoperchiate (che mostra vari stadi della morte). A destra un gruppo di dieci giovani (stesso numero del Decameron), che si intrattiene amenamente

DECAMERON.Introduzione alla I giornata . Frammento
E fu questa pestilenza di maggior forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, non altramenti che faccia il fuoco alle cose secche o unte quando molto gli sono avvicinate. E più avanti ancora ebbe di male: ché non solamente il parlare e l’usare cogli infermi dava a’ sani infermità o cagione di comune morte, ma ancora il toccare i panni o qualunque altra cosa da quegli infermi stata tocca o adoperata pareva seco quella cotale infermità nel toccator transportare. Maravigliosa cosa è a udire quello che io debbo dire: il che, se dagli occhi di molti e da’ miei non fosse stato veduto, appena che io ardissi di crederlo, non che di scriverlo, quantunque da fededegna udito l’avessi. Dico che di tanta efficacia fu la qualità della pestilenzia narrata nello appiccarsi da uno  altro, che non solamente l’uomo all’uomo, ma questo, che è molto più... [BOCCACCIO, Giovanni. Decameron, a.c. de Vittore Branca, Milanno: Mondadori, p. 13-4 https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/boccaccio/decameron_branca/pdf/boccaccio_decameron_branca.pdf

altri testi su questo tema: "Il diavolo in corpo" Una lettura del Decameron in academia.edu Andrea Lombardi e in eticadaleitura.blogspot.com 


Boccaccio: três regras contra a pandemia (português)



Boccaccio: três regras contra a pandemia


Decameron von Giovanni Boccaccio als Taschenbuch - Portofrei bei ...
Um pequeno texto sobre o Decameron (novamente!), que escrevi hoje, 12/04/2020, Páscoa/ Pessach (na semana passada) para um blog de Adalberto Müller
 Pandemia Literária Literatura em tempos de quarentena



O retrato que Boccaccio faz da peste de 1348 em seu Decameron (“os dez dias”) é mencionado abundantemente, mas pouco lido textualmente. A Introdução à 1ª Jornada, em que descreve a difusão da pandemia, é considerada uma repetição de cenas que Tucídides, Lucrécio, Paolo Diacono haviam já descrito anteriormente. Mas não é assim. Redigido provavelmente entre 1349 e 1351 em Florença, o Decameron foi e é um autêntico work in progress: as novelas (cuja etimologia remete à novo) eram lidas de forma voraz – circulando em cópias manuscritas de mão em mãos. O autor responde às observações reportadas dos leitores na própria obra, como se estivesse conversando com seu público. Notável é que se trate do primeiro livro dedicado às mulheres leitoras e não mais às Musas, ultrapassadas.
Decameron contém cem novelas (tantas quantos são os Cantos da Comédia  de Dante), seguindo o amor e a arte de falar bem, de forma moderna e econômica (usando o chiste, ou melhor: o Witz de Freud) e uma longa introdução que trata da peste negra em Florença. Ali Boccaccio ressalta a contraposição entre Amor e morte e chega a apontar para uma verdadeira descoberta: a lei da natureza regida pelo Amor. Note-se: um caminho oposto mas convergente à descoberta do princípio de morte, contraposto ao princípio de vida, que Freud postula em Além do princípio do prazer (Eros e Tánatos). O autor, que é, ao mesmo tempo, narrador e protagonista, como Dante em sua Comédia e Santo Agostinho nas Confissões, descreve (numa outra moldura – o Proêmio), ter passado à beira da morte, pelo mal de amor: mas as novelas que amigos lhe contaram teriam funcionado para ele como uma cura pela palavra pela literatura, algo que a psicanálise adotaria como lema.
Na introdução à primeira jornada há três informações surpreendentemente atuais, expressas no italiano medieval e por isso, de difícil tradução (podemos encontrar um fragmento, na tradução de Ivone Benedetti, pela LPM), e que aqui reduzo a uma pura “informação”:
  1. Boccaccio adverte os leitores para que não tenham “contato” físico [comunicazione] com outras pessoas (aperto de mãos, abraços, etc.);
  2. De forma alguma deve-se tocar, apalpar a roupa dos outros e particularmente na roupa dos que já pegaram o vírus;
  3. O simples conversar com alguém – adverte Boccaccio –   pode trazer o contágio.
Boccaccio já criticava o pouco profissionalismo no tratamento da doença: falsos médicos, curandeiros, algo que poderia ser  comparado às fake News  de hoje! Qual teria sido a origem da peste? 50% (fifty fity !) o autor atribui ao destino (aos astros a uma simples coincidência), e outra metade a uma forma de punição divina. Mesmo na Idade Média, cujo mundo ideal era governado pela Igreja, e que ensaiava a Inquisição, a opinião soa até temerária. Ora, Boccaccio tornou-se clérigo (ou seja: funcionário da Igreja), após ter escrito o Decameron (mesmo assim, nunca o renegou).  Seu Decameron é uma obra prima do realismo (a forma como descreve a peste, em detalhes precisos e macabros, a vida dos comerciantes, pelo modo como defende o direito das mulheres: algo incrivelmente avançado). E nisso, ele faz a festa de críticos como Erich Auerbach, e antes Francesco De Sanctis. Ao mesmo tempo, constrói uma arquitetura que é posta em discussão pela ironia cósmica (veja-se Giuseppe Mazzotta The world at play).
O quadro abaixo: Il trionfo della morte de autoria de Buonamico Buffalacco, foi pintado em 1320 (Lucia Battaglia Ricci, Ragionare in Giardinoantes da peste. Assim, o Decameron  remete, pelo menos, a três “textos”:  1) ao afresco de Buffalmacco (que dá nome a um dos protagonistas de três novelas); 2) ao Canto V da Divina Comédia de Dante Alighieri (com uma  alusão ao episódio do Canto V do Inferno de Dante: a paixão que levou Paolo e Francesca à morte); e, 3) surpreendentemente, ao Hexameron  de Santo Ambrósio (séc. IV séc.), que descreve os seis dias  da Criação do Mundo.  Suma ironia comparar a Criação com a descoberta do princípio do Eros, como desenfreado princípio da cópula.
Leitura e releitura são nosso ofício. E mostram que, às vezes, não é preciso invocar os cientistas para fazer a leitura do mundo e mesmo dessa nossa Pandemia. Pois já uma boa leitura pode revelar algo e combater o tédio, a melancolia, a inércia. 
Andrea Lombardi é professor de Literatura Italiana da UFRJ. Publicou recentemente, na itália, a tradução de uma coletânea de ensaios de Haroldo de Campos sobre tradução: Traduzione, transcreazione, saggiTradução e organização de Andrea Lombardi e Gaetano D’Itria. Nápoles: Oèdipus/Fundação da Biblioteca Nacional, 2016.


Il Trionfo de La Morte: Buffalmacco

LEIA ABAIXO UM TRECHO DO DECAMERÃO
E peste ganhou maior força porque, a partir dos doentes atacava os sãos pela simples comunicação entre eles, de forma não diferente que o fogo faz com coisas secas ou engorduradas, quando estiverem por perto. E continuando, mais avançou o mal: pois não só falar e conviver com os doentes causava a doença nos sãos ou os levava igualmente à morte, como também as roupas ou quaisquer outras coisas que tivessem sido tocadas ou usadas pelos doentes, a doença aparentemente as transportava para os que as  tocavam.
É algo digno de espanto [Maravilhosa cosa] ouvir aquilo que devo dizer: se tais coisas tivessem sido vistas pelos olhos de muitos e também pelos meus, eu mal ousaria acreditar nelas, muito menos descrevê-las, por mais fidedigna que fosse a pessoa de quem o ouvisse. Digo que era tamanha a eficácia de tal peste em passar de um ser para outro, que ela não o fazia apenas de homem para homem, mas fazia muito mais….( de Giovanni Boccaccio. Decameron. Trad. De Ivone Benedetti. LPM ed. [da Introdução à Primeira JornadaAdaptação de Andrea Lombardi]


Buffalmacco (detalhe)

E fu questa pestilenza di maggior forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, 13 non altramenti che faccia il fuoco alle cose secche o unte quando molto gli sono avvicinate. E più avanti ancora ebbe di male: ché non solamente il parlare e l’usare cogli infermi dava a’ sani infermità o cagione di comune morte, ma ancora il toccare i panni o qualunque altra cosa da quegli infermi stata tocca o adoperata pareva seco quella cotale infermità nel toccator transportare. Maravigliosa cosa è a udire quello che io debbo dire: il che, se dagli occhi di molti e da’ miei non fosse stato veduto, appena che io ardissi di crederlo, non che di scriverlo, quantunque da fededegna udito l’avessi. Dico che di tanta efficacia fu la qualità della pestilenzia narrata nello appiccarsi da uno  altro, che non solamente l’uomo all’uomo, ma questo, che è molto più… [BOCCACCIO, Giovanni. Decameron, a.c. de Vittore Branca, Milanno: Mondadori, p.13-14]

segunda-feira, 6 de abril de 2020

"IL FUTURO È QUI E ADESSO" Intervista a Ailton Krenak (in italiano)



Ailton Krenak, leader dei popoli della foresta, laurea honoris causa dell'Università di Juiz de Fora, e ... "láurea experientae" come rappresentante della saggezza indigena, risponde a un'intervista di William Helal Filho Globo 4/6/2020 .
"Tornare alla normalità sarebbe come accettare che la terra sia piatta "
"IL FUTURO È QUI E ORA"







 "Stop. La vita si è fermata. O era l´automobile?" Carlos Drummon  de Andrade (poeta brasiliano), citato da Ailton.
Foto: Guito Moreto
Tornare alla normalità sarebbe come convertirsi al negazionismo e accettare che la Terra sia piatta ', afferma l'ambientalista Ailton Krenak Il leader indigeno ritiene che l'epidemia di coronavirus sia la reazione del pianeta alla distruzione e afferma che dobbiamo cambiare la società: "È un evento che ci porta alla coscienza".
L'epidemia di coronavirus che si diffonde in tutto il mondo è una risposta del pianeta al modo in cui la società ha consumato la Terra. Questo è il messaggio del leader indigeno Aílton Krenak, originale del popolo Krenak, nella Vale do Rio Doce, nel Minas Gerais. Ma, secondo l'ambientalista, questa situazione può ancora essere cambiata. In un'intervista al giornale O GLOBO, afferma che "la nostra unica possibilità" è approfittare della quarantena globale per riflettere e cambiare le nostre abitudini come società. - Ora, non sono solo cento chilometri di fiume. È il mondo intero che sta fermo - afferma Krenak, durante un'intervista tramite FaceTime. - È un silenzio mortale, causato dall'epidemia, ma questo silenzio è anche vita. Gli uccelli stanno tornando nei luoghi in cui erano scomparsi. L'acqua sporca sta diventando pulita. Nonostante si riferisca all'homo sapiens in prima persona plurale ("noi umani"), l'ambientalista parla della nostra specie come se fosse l'avvocato della Terra che agisce in un litigioso divorzio motivato da decenni di aggressione. Krenak è duro con l'umanità perché è stata molto dura per il pianeta. Dal punto di vista dell'autore di "Idee per rimandare la fine del mondo" (Cia. Das Letras), così come quella di altri saggi indigeni, la pandemia di coronavirus è piuttosto il risultato del modo rozzo in cui la società tratta questo organismo che dà casa, acqua e cibo. Ma lui stesso pensa che questa non sia una rottura definitiva

La nostra possibilità è di imparare da ciò che sta accadendo. Tornare alla normalità sarebbe come accettare che la Terra sia piatta.
Nel tuo libro dici che il divorzio tra l'umanità e il pianeta potrebbe portare l'organismo terrestre a lasciare l´umanitÀ orfana. La consideri una premonizione?
Non mi piace essere autoreferenziale, ma basta guardarsi intorno e vedere che non c'è nessuno che ha problemi sulla Terra, tranne noi. Il melone di São Caetano (Momordica charantia), uma pianta medicinale, continua a crescere qui a casa. La vita continua. Quello che si è fermato è il mondo artificiale degli uomini. Per la biodiversità, che ci siamo o no non fa differenze. Al contrario. Fin da piccoli abbiamo appreso che esistono elenchi di specie minacciate di estinzione. Man mano che queste liste crescono, gli esseri umani proliferano, distruggendo foreste, fiumi e animali. Siamo peggio del Covid-19.
Pensi che si tratta di un abbandono permanente o possiamo ancora invertire il corso dele cose?
Forse è come l'immagine di una madre stufa di allattare al seno il suo bambino. Si gira di lato e il bambino piange disperatamente, dando dei calci perché ha finito il cibo. Poco dopo, lei dà l'altro seno. Penso che la nostra unica possibilità sia imparare da ciò che sta accadendo. Non possiamo pensare di sperimentare tutto questo e poi tornare alla normalità. Tornare alla normalità sarebbe come convertirsi al negazionismo e accettare che la Terra sia piatta. Che dobbiamo continuare a divorarci.
Cosa rappresenta questa fermata per l'umanità?
Penso a quel verso di Carlos Drummond de Andrade, "Stop. La vita si è fermata o era la macchina? ”. Questa è una vera fermata. Coloro che rimandano gli impegni a settembre, come se tutto potesse tornare alla normalità, vivono già nel passato. Il futuro è qui e ora. Non scapa nessuno. Nemmeno querlli  che escono dalla loro macchina importata per rimandare i loro dipendenti al lavoro, come se fossero schiavi. Se il virus li cattura, possono morire proprio come tutti noi. Con o senza Land Rover. Siamo tutti uguali. Non torneremo a quel ritmo, non sarà possibile avviare contemporaneamente tutte le macchine, tutte le macchine. Sarà messo in discussione anche lo setsso senso di voler ricollegare tutto.

Cosa possiamo imparare da questa quarantena?
È come un gancio che ci trascina nella coscienza. Un passo per noi per guardare ciò che conta davvero. Come qualcuno che cambia vita dopo aver subito un trauma. Spero che le persone si rendano conto che le soggettività che vivono in un ambiente di grande affetto è um equipaggiamento migliore per sopravvivere a ciò che stiamo attraversando. Chiunque viva da solo dovrà affrontare tutto da solo, è fregato. Ogni sguardo che rivolgo a mio figlio di 9 anni è unico. Quando lo guardo di nuovo, è già cambiato. Ci sono autorità che insistono sul fatto che dobbiamo riprendere la routine nel mezzo della crisi epidemica ... Ci sono persone che, anche dopo il trauma, rimangono le stesse. I governi stupidi pensano che l'economia non possa fermarsi. Ma l'economia è un'attività che gli umani hanno inventato e che dipende da noi. Se gli umani sono a rischio, qualsiasi attività umana perde  importanza. Dire che l'economia è più importante è come dire che la nave conta più dell'equipaggio. Viene da coloro che pensano che la vita è meritocrazia e lotta per il potere. Non possiamo pagare il prezzo che stiamo pagando e continuare a insistere sugli errori.
D'altra parte, c'è una grande mobilitazione sociale per portare aiuti alla popolazione più vulnerabile durante l'epidemia ...
Vedo molte reti di solidarietà e questa è una cosa che deve essere fatta. . Ma queste popolazioni sono sempre state vulnerabili. Perché li guardiamo solo adesso? Per paura? Dobbiamo espandere il senso di solidarietà, guardare ai poveri come parte della società trattata come subumanità. Spero che le persone che hanno aperto gli occhi ora non li chiudano in seguito. Non possiamo tornare all'ipocrisia di non vedere questa vulnerabilità.
È duro pensare che impareremo solo a spese di così tanti morti ...
Quello che sta succedendo è terribile. Ma la società deve capire che non siamo il sale della Terra. Dobbiamo abbandonare l'antropocentrismo, c'è molta vita oltre a noi. Tutte queste morti possono insegnarci. Ci riferiamo sempre ai nostri antenati come coloro che continuano a insegnarci ad essere ciò che siamo. Chiunque ci abbia lasciato ci ha insegnato ad stare qui. È necessario imparare a onorare coloro che se ne sono andati nella vita.
In che modo i popoli indigeni affrontano il coronavirus?
Molti vivono isolati nella foresta, ma nient'altro li protegge. Non c'è nessuno di speciale in questa crisi. Qui nel villaggio Krenak siamo in solamento. Non facciamo visite. I miei cugini Yanomami (nel nord del paese) mi hanno chiesto e io ho detto loro di rimanere in isolamento, anche nei loro territori. Chiunque al di fuori della riserva deve essere messo in quarantena prima di tornare.
Qual è il rischio maggiore se il virus raggiunge un villaggio?
Tra l'altro, a causa delle nostre abitudini noi viviamo in uma comunità, condividendo tutto. Il contagio può diffondersi molto più facilmente in uma comunità indígena (villaggio)  villaggio. Le nostre feste, i nostri rituali: è tutto fermo. Siamo isolati in rapporto alla vita