ATTENZIONE!
DEVO CORREGGERE ALCUNI ERRORI
sul tema dello STILE , perché Heglan Moura (assistente/ monitor) di letteratura italiana I me lo ha chiesto (!). Mi accorgo adesso che se si scrive sullo STILE, bisogna pensare a due cose: come su LEGGE e cos´e´lo stile.
Lo stile (se cercate su un dizionario, per es. Treccani) ha diverse possibilità di essere definito (Stile viene da stiletto che era un arnese che serviva per incidere le parole sulle tavolette di cera, prima dell´avvento della carta e prima della stampa). Ma, questa è la storia del termine. Un termine può essere spiegato tramite la sua etimologia e tramite la sua storia.
Per me Stile è una questione essenziale, che riassume la nostra ESPERIENZA AUTENTICA, quando riusciamo a trasformarla in espressione (letteraria, artistica o musicale).
LEGGERE è la nostra esperienza, un´esperienza di tutti i giorni, solo che molte volte un testo ha caratteristiche differenti. Ci sono testi da leggere e dimenticare o buttare via (per es. una ricetta di un farmaco, una notizia su un giornale). Sono testi COMUNICATIVI che servano a passare una certa informazione, senza molti scrupoli e senza molta attenzionen da parte del lettore.
Attualmente, riceviamo una serie di testi, via Cellulare, computer. Si tratta di testi per lo più del primo grado: da leggere e buttare via. Oppure, da leggere e riconoscere se si tratta di testi appoggiati su elenmenti equilibrati, oppure quelle che chimaiamo FAKE NEWS.
Ma ci sono i testi letterari e le espressioni artistiche. Quelle si riconoscono, perché il testo fa appello al lettore per non leggere solo "QUELLO CHE C´E APPARENTEMENTE SCRITTO, ma vedere sotto al testo, fra le parole, qualcosa di enigmatico (come dice Benjamin), oppure diversi strati di lettura possibile (come dice Dante). Questi ultimi testi hanno una caratteristica: ogni volta che si leggono trasmettono un qualcosa in più, perchpe incorporano il contesto del lettore, che cambia sempre. è per questo che si può rileggere la Bibbia (l´Antico Testamento, per es.) e trovarci delle cose che non erano state vistem, che possono arricchire il testo. Certo, non sempre riusciamo a fare una lettura di questo tipo. Ma CI DOBBIAMO PROVARE. è solo a lettori che pensano che IL TESTO PUÓ PARLARE LORO DIRETTAMENTE è che il testo si apre a nuove possibilità. Voi potrete dire: ma questa è una pazzia! "Il testo parla direttamente??". Ma quandomai? Eppure, ve lo garantisco, anche se questa è un´impressione, una supposizione, un´ipotesi: il testo PUÓ PARLARE. E quando comincia a parlare, ci dice un sacco di cose.
2. KAFKA (lo stile di K) “Forse esiste qualche altro modo di scrivere, ma io conosco soltanto questo: di notte, quando la paura non mi lascia dormire.” KAFKA
una frase che rimette a concetti complessi: angoscia (la paura/ di notte), la difficoltà.
3. NABOKOV (lo stile di N) Per avere uno STILE nella scrittura, occorre sviluppare un´arte nella LETTURA. Eppoi: leggere. Fare un riassunto (scrivere). Rileggere e rivedere il riassunto. Poi me lo potete mandare.
Dice lo scrittore russo NABOKOV:
4. BOCCACCIO Ma c´è chi vede la scrittura con più ottimismo: penso a Boccaccio (che ho citato varie volte). L´autore risiede in una città che è stata desolata dalla peste nera, quella del 1348. Ha perso dei parenti (non si sa se è rimasto in città oppure no).
5. Prendiamo UNO SCRITTORE CONTEMPORANEO ITALIANO: Italo Calvino, per esempio: https://ilmestierediscrivere.com/2011/12/05/italo-calvino-perche-scrivo/
Non é un testo "chiuso" e pronto, anche se ripenso alcune questioni che avevo già elaborato in passato.
1. Lo stile è l´uomo. Questa è un´affermazione di Buffon, uno scrittore barocco. La frase ha il suo fascino: perché noi, in fondo, tutti abbiamo uno stile. Uno stile, in questo senso, vuol dire una forma di presentarci (esteticamente, con la nostra gestualità, la nostra mimica, la nostra voce: nnon solo il timbro, che non possiamo cambiare, ma l´altezza, il volume).
In realtà, possiamo dire il contrario: lo stile non è"l´uomo" ma è una conquista, testo dopo testo, frammento dopo frammento.
2. KAFKA (lo stile di K) “Forse esiste qualche altro modo di scrivere, ma io conosco soltanto questo: di notte, quando la paura non mi lascia dormire.” KAFKA
una frase che rimette a concetti complessi: angoscia (la paura/ di notte), la difficoltà.
3. NABOKOV (lo stile di N) Per avere uno STILE nella scrittura, occorre sviluppare un´arte nella LETTURA. Eppoi: leggere. Fare un riassunto (scrivere). Rileggere e rivedere il riassunto. Poi me lo potete mandare.
Dice lo scrittore russo NABOKOV:
“Quando si legge, bisogna cogliere e accarezzare i particolari. Non c’è niente di male nel chiarore lunare della generalizzazione, se viene dopo che si sono amorevolmente colte le solari inezie del libro. Se si parte invece da una generalizzazione preconfezionata, si comincia dalla parte sbagliata e ci si allontana dal libro prima ancora di aver cominciato a capirlo”.
Lui dice: cogliere (e fin qui è normale): cogliere, individuare, focalizzare, individuare (usare dei sinonimi, a volte, è essenziale). Ma poi diceaccarezzare i particolari. Accarizzare si fa con un ente amato, con un´animale domestico, con un figlio, con qualcos acon la quale si stabilisce un legame affettivo. Infatti lui usa la parola affettivo , dopo aver usato una frase IORNICA (le solari inezie del libro). NABOKOV suggerisce (ed io sono particolarmente d´accordo) che non bisogna realizzare una generelaizzazione preconfezionata. 4. BOCCACCIO Ma c´è chi vede la scrittura con più ottimismo: penso a Boccaccio (che ho citato varie volte). L´autore risiede in una città che è stata desolata dalla peste nera, quella del 1348. Ha perso dei parenti (non si sa se è rimasto in città oppure no).
5. Prendiamo UNO SCRITTORE CONTEMPORANEO ITALIANO: Italo Calvino, per esempio: https://ilmestierediscrivere.com/2011/12/05/italo-calvino-perche-scrivo/