Uma lista de citações de Emilio Villa, talvez o maior poeta em língua italiana que existiu (Emilio Villa. Conferenza. Milão: Coliseum, 1997)
EMILIO VILLA
1 È più bello fare le domande che prendersi le responsabilità delle risposte. Se una risposta non viene a una domanda, bisogna continuare a farsela e tentare in se stessi la risposta, perché aspettarsela dall’esterno è un po’ un segno di pigrizia, di indifferenza, e un po’ un segno di andare oltre ()
2 É mancato il giro [in Italia, per fare i Rothko, i Pollok, scultori e artisti], è mancata la catena che li legasse, è mancato di fare la vera corona dello spirito italiano, che si è invece affievolito. Qui non è successo niente....
3 In generale c’è un rifiuto della lingua che uno ha a disposizione, che è un fatto autobiografico e sembra una lingua imparata (ib. p. 44-5).
3 Molte volte ho in odio [l’italiano]. Non odio, ma rifiuto, un blocco contro l’italiano, che non è la mia lingua.
4 La lingua italiana mi è diventata nemica, un segno di schiavitù.
5 Le lingue si fanno, non sono un regalo che viene dall’alto, si fanno nella vita, nel parlare quotidiano. Anche il pittore parla, il suo gesto è una parola. Anche il segno è un modo di essere, come il parlare.
6 Professori dell’università che si occupano di ciò che è avvenuto, ma nessuno che comunichi in un dialetto dello spirito quello che l’uomo dovrebbe pensare oggi. Pensare è difficile, ma almeno tentare... Niente.
1 È più bello fare le domande che prendersi le responsabilità delle risposte. Se una risposta non viene a una domanda, bisogna continuare a farsela e tentare in se stessi la risposta, perché aspettarsela dall’esterno è un po’ un segno di pigrizia, di indifferenza, e un po’ un segno di andare oltre ()
2 É mancato il giro [in Italia, per fare i Rothko, i Pollok, scultori e artisti], è mancata la catena che li legasse, è mancato di fare la vera corona dello spirito italiano, che si è invece affievolito. Qui non è successo niente....
3 In generale c’è un rifiuto della lingua che uno ha a disposizione, che è un fatto autobiografico e sembra una lingua imparata (ib. p. 44-5).
3 Molte volte ho in odio [l’italiano]. Non odio, ma rifiuto, un blocco contro l’italiano, che non è la mia lingua.
4 La lingua italiana mi è diventata nemica, un segno di schiavitù.
5 Le lingue si fanno, non sono un regalo che viene dall’alto, si fanno nella vita, nel parlare quotidiano. Anche il pittore parla, il suo gesto è una parola. Anche il segno è un modo di essere, come il parlare.
6 Professori dell’università che si occupano di ciò che è avvenuto, ma nessuno che comunichi in un dialetto dello spirito quello che l’uomo dovrebbe pensare oggi. Pensare è difficile, ma almeno tentare... Niente.
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