tre calamità di portata cosmica, che forzano il corso della storia (da un articolo su Pisacane):
1. Il fenomeno del cosiddetto brigantaggio meridionale e sopratutto la sua epressione violenta e sanguinosa nell´Italia del Sud subito dopo l´unità d´Italia è certamente sintomo di una incapacità. Si trattava di veri “briganti”, cioè banditi, che approfittavano la situazione di scontento per sobillare i contadini ed averli dalla loro parte. Ma non c´è dubbio che la repressione al “brigantaggio” ha permesso una coercizione contro i movimenti sociali e contadini che all´epoca dell´Unificazione vedevano una possibilità di emancipazione. La novella di Giovanni Verga “libertà” rappresenta bene questo momento
Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino deigalantuomini, davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche; le scuri e le falci che luccicavano. Poi irruppe in una stradicciuola...
Ed alla fine:
Il carbonaio, mentre tornavano a mettergli le manette, balbettava: - Dove mi conducete? - In galera? - O perché? Non mi è toccato neppure un palmo di terra! Se avevano detto che c'era la libertà!...
L´Unità d´Italia non ha significato libertà, come ha giustamente individuato Verga. Al contrario, ha importato altri problemi: burocrazia, centralizzazione autoritaria, incertezza sulla politica internazionale, incapacità di mettere in moto con forza la sua industrializzazione. L´effetto è stato un massacro e, sopratutto, una endemica posizione contro lo stato da parte delle popolazioni del Sud.
2. L´emigrazione di massa dal giovane stato unitario è la seconda catastrofe , una ferita perenne, indelebile. Si tratta di quasi trenta milioni di persone, in 100 anni, che sono state costrette a lasciare il paese per le condizioni economiche disatsrose: fame, carestie. Solo 10 milioni sono tornati. Questo equivale al 20% di tutta la popolazione del nuovo stato. L´emigrazione può essere vista nel lato simbolico come un rigetto della giovane Patria (o matria) nei confrontio dei suoi figli. Un po´ come il mostruoso atteggiamento dei genitori di Hänsel e Gretel (João e Maria), dei fratelli Grimm, che portano il figlioletto nella foresta perché si perda. Questo a causa di una spaventosa crisi agraria, una carestia per cui non avrebbero potuto nutrirlo. La nuova Patria, difatto, ha assunto questo ruolo terribile: scacciare un numero enorme di cittadini, perché così non avrebbero pesato più sull´economia...Il contatto con la nuova patria è certamente stato traumatico !
3.Ed infine abbiamo il fascismo, un privilegio fra gli stati europei, aver dato il modello di una nuova forma istituzionale, valida per tutta Europa. Il fascismo che si può definire il ritorno del rimosso, in senso pisacanalitico, cioè il risveglio di miti e fantasmi del passato (Freud li chiama revenant, i fantasmi del passato): un passato considerato glorioso per tre momenti altissimi nella storia della penisola: l´epoca dell´impero romano (con la sua capitale Roma), le città stato del primitivo capitalismo (sopratutto Firenze, capitale del mondo, e Venezia) e il Rinascimento, con l´insieme dei grandi pittori, architetti, scultori, musicisti.
Si tratta di tre espressioni di grandi movimenti politici e artistici che non appartengono solo alla penisola italiana, ma a una dimensione molto maggiore: all´insieme della futura Europa, a tutto il Mediterraneo e che non possono essere considerati, nel bene e nel male, appannaggio della sola storia della penisola. In altre parole: esiste un surplus, un eccesso di storia, un peso eccessivo del passato nell´immaginario italiano. Gli effetti di questa vera e propria zavorra storica? Basti pensare a quanto afferma Francesco De Sanctis, il primo storico della letteratura dello stato unitario, dopo l´Unificazione del 1860. Per De Sanctis, dopo Dante è il diluvio, il disastro più completo.
Molti se la pigliano col Boccaccio e dicono ch'egli guastò e corruppe lo spirito italiano. Egli medesimo in vecchiezza fu preso dal rimorso e finì chierico, condannando il suo libro. Ma quel libro non era possibile, se nello spirito italiano non fosse già entrato il guasto, se «guasto» s'ha a dire.
Questo infiacchirsi della coscienza, questo culto della bella forma fra tanta invasione di antichità greco-romana sono i due fatti caratteristici della nuova generazione, che succede all'età virile e credente e appassionata di Dante.
(Storia della Letteratura italiana, on line)
L´età di Dante è virile, per De Sanctis, con Boccaccio già si sente l´infiacchirsi. Certo, De Sanctis vedrà poi l´affermazione romantica dell´ideale dell´identità nazionale, prefigurato – nella sua visione – già da Machiavelli.
“La letteratura non poteva risorgere che con la risurrezione della coscienza nazionale”.
Ma si arriva all´unificazione, da tutti sentita come “in ritardo” (come se la storia avessse dei cronogrammi) con uno stato effettivamente rachitico, senza alcuna possibilità di investire e creare le sue strade ferrate, appoggiare le sue industrie, senza mendicare agli stati forti... Lo stato che nasce è sottosviluppato, analfabeta (al 92 %) e disorientato internazionalmente e nasce nel bel mezzo della lotta feroce del colonialismo. Nel 1844 l´Inghilterra si era accaparrata il controllo dell´isola di Malta e è difficile pensare che non fosse nell´interesse dell´Inghilterra creare un nuovo stato (o appoggiarne la costuituzione), per mettere una spina nel fianco della poderosa Francia e limitare il suo interesse verso le colonie africane.
Nenhum comentário:
Postar um comentário