terça-feira, 25 de outubro de 2011

omaggio a Carlo Pisacane, 1818-1857 primo vero federalista



“Come ogni Italiano non può essere che libero e indipendente, del pari dovrà esserlo ogni Comune. Come è assurda la gerarchia fra gl´individui, lo è fra i Comuni. Ogni Comune non può essere che una libera associazione d´individui e la Nazione una libera associazione dei Comuni”, Carlo Pisacane. La rivoluzione, p. 129

Forse è da Carlo Pisacane, socialista, militante e guerrigliero del Romanticismo, che può venire una proposta seria sullo sfaxcelo della Repubblica Italiana, dopo i 150 anni della costituzione in nazione. è lui che anticipa i gravi problemi che il giovane stato (uno stato nato giovanissimo, ma già molto vecchio e con un eccesso di storia da sopportare) 

“La miseria è la principale cagione, la sorgente inesauribile di tutti i mali della società, voragine spalancata, che ne inghiotte ogni virtù. La miseria aguzza il pugnale dell´assassino; prostituisce la donna; corrompe il cittadino; trova satelliti al dispotismo. Conseguenza immediata della miseria è l´ignoranza, che vi rende incapaci di governare i vostri particolari negozî, nonché quelli del pubblico, e corrivi nel credere tutte quelle imposture che vi rendono fanatici, superstiziosi, intolleranti. La miseria e l´ignoranza sono gli angeli tutelari della moderna società, sono i sostegni sui quali la sua costituzione si incastella, restringendo in picciol giro l´ampio cerchio dell´universale cittadinanza. “La Rivoluzione, 223-4 ib

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